La cittadina di Eleusi, ad una ventina di chilometri da Atene, nell’antichità era il luogo di culto legato ai Misteri Eleusini, uno dei centri religiosi più famosi dell’Antica Grecia. Alcuni di quei monumenti sacri, che facevano parte del santuario dedicato a Demetra e Persefone sono sopravvissuti e si possono ammirare ancora oggi. Nel sito archeologico si può osservare il Sacro Patio, luogo di incontro dei pellegrini alla fine della Via Sacra che da Atene portava ad Eleusi, oggi in greco chiamata Eleusina. Su questo piazzale sono visibili gli altari che si utilizzavano per le offerte alle divinità ed i resti del tempio dedicato ad Artemide Propylaia del II secolo d.C..
Il sito aveva due grandi propilei in marmo: il Propileo Maggiore, copia di quello costruito nell’Acropoli di Atene, che risale alla seconda metà del II secolo d.C., ed il Propileo Minore in stile jonico, che il tribuno militare Appio Claudio Pulcro fece erigere intorno al 50 a.C..
Il Telesterion era l’edificio principale dell’antico santuario di Eleusi, con più accessi e sette gradini distribuiti su tutti i lati per gli spettatori. Qui aveva luogo il rituale dei misteri eleusini ed al Anaktoron, al centro della costruzione, avevano accesso solo i sacerdoti. Tra il V secolo a.C. ed il II d.C. sono stati effettuati vari interventi architettonici, fino a raggiungere un aspetto stabile in età classica.
Gli archi onorari sono riproduzioni romane dell’Arco di Adriano di Atene. Secondo Omero, il pozzo circolare chiamato Kallichoron, che si trova vicino al Propileo Maggiore, era il posto in cui Demetra riposò la prima volta che fece visita al villaggio, dopo scatenate danze insieme alle donne. Il Plutoneion invece era un muro eretto intorno ad una grotta in cui, secondo la leggenda, si credeva che fosse apparso il dio degli inferi Ade (nella mitologia latina Plutone). Ogni anno, con la celebrazione dei misteri eleusini, si svolgeva la rappresentazione del ratto di Persefone, che Ade strappava alla madre Demetra e portava con se negli inferi, in un ciclo di tre fasi che ricordava in parte l’alternarsi delle stagioni.